CRUDO O COTTO? IL GRANDE DILEMMA DELLA BARF

Consigliato da Gianluca Gemo

Da qualche tempo si sente parlare spesso di Barf, un acronimo che significa Biologically Appropriate Raw Food, ossia “cibo crudo biologicamente appropriato”. Si tratta di una tipologia di dieta basata sulla somministrazione di carne cruda, ossa e organi nella convinzione che questi alimenti siano più sani e genuini rispetto ai mangimi in commercio, e capaci di portare effetti benefici sulla salute degli animali come ad esempio pelo e cute più sani, minor alitosi, denti più puliti.
Il principio alla base della filosofia crudista è quello secondo cui la dieta moderna si sarebbe erroneamente discostata da quella che cani e gatti selvatici consumavano prima di essere addomesticati.

Ma esattamente in cosa consiste?

Innanzitutto – spiega il dottor Gianluca Gemo – con il termine BARF si indica la dieta crudista in generale, anche se nella realtà è la variante forse più popolare. Esistono infatti diverse linee di pensiero ( BARF, pre-model, volhard, paleo-diet, ecc), ma i principi fondamentali su cui si basano sono circa gli stessi. La Barf è stata ideata agli inizi degli anni novanta in Australia e attualmente risulta molto diffusa. La carne intesa come muscolo e frattaglie rappresenta circa il 70% della dieta, mentre il 10% è costituito da ossa e un altro 10% da organi interni con prevalenza del fegato. Oltre a questi frutta e verdura sono ammesse per un massimo del 10% e spesso sono usate anche come snack. Le percentuali possono anche variare, in alcune diete la % di ossa è notevolmente più alta, l’importante è selezionarle polpose, ossia con una sostanziale presenza di carne ancora attaccata”.

Molti padroni spesso ci chiedono se sia meglio scegliere questa strada oppure evitarla alla luce di alcuni rischi documentati ai quali si possono esporre i propri animali.

“Chi sceglie la Barf lo fa perché convinto da tre aspetti: la naturalità, la superiorità nutrizionale e gli effetti benefici sulla salute – afferma il dottor Gemo -. I mangimi industriali sono in gran parte prodotti a partire da cospicue quantità di cereali e quindi basate principalmente su carboidrati. Nella realtà è un ragionamento che può aver senso per il gatto, animale che è rimasto strettamente carnivoro. Al contrario le pressioni evolutive hanno fatto si che il cane riuscisse ad adattare il suo sistema digerente ad un regime alimentare simile all’uomo. La maggioranza delle diete crudiste vieta di utilizzare i cereali, attribuendo a questi disturbi della salute con aumento di patologie come obesità o allergie. Bisogna però anche tener conto che l’aspettativa media di vita di un cane e di un gatto è notevolmente aumentata e quindi anche le patologie legate all’età. L’approvvigionamento degli ingredienti freschi sono sotto il diretto controllo del proprietario e questo lo rende talvolta più sicuro rispetto a mangimi industriali. Se poi l’animale soffre di allergie e intolleranze alimentari, la gestione di una dieta crudista permette di conoscere meglio la composizione della dieta. Infine, molti sostenitori della dieta BARF ritengono “sana” questa dieta perché priva di aggiunta di additivi. L’additivo gode di una brutta reputazione, perché visto come sostanza sintetica e addirittura “nociva”. In realtà, questa categoria include nutrienti essenziali e molto importanti (es. Vitamine, Minerali) e antiossidanti naturali, e tutti gli additivi che entrano nelle diete del pet food devono sottostare a rigidi protocolli di approvazione e rigorosi controlli.

Quali sono i rischi di una dieta crudista?

Se molti effetti positivi della dieta BARF non sono ancora stati chiariti oggettivamente, molti aspetti negativi al contrario sono oggi già stati documentati. Il primo rischio è quello di non fornire pasti né completi né bilanciati, poiché molte indicazioni si basano su opinioni. Capita spesso infatti che proprietari inizino queste diete affidandosi a siti web o ricettari anziché rivolgersi a nutrizionisti e medici veterinari. Spesso la carne cruda è contaminata e ancor di più se non si rispettano le regole igenico sanitaria. Il cane o il gatto che ingerisce patogeni eventualmente presenti sulla carne è un rischio non solo per l’animale, ma anche per l’uomo visto che possono essere trasmessi anche per via oro-fecale. IC’è inoltre la possibilità che vengano ingeriti ingredienti tossici o inadeguati. Infine, cibarsi di ossa può comportare rischi per la masticazione e la digestione. Provocando fratture dentali, ostruzioni lungo il tratto gastrointestinale, perforazioni

Dunque come comportarsi?

Il mio consiglio è quello di affidarsi sempre ad uno specialista nutrizionale, medico veterinario quando si pensa di intraprendere una dieta crudista, perché nel caso di alcune condizioni patologiche potrebbe risultare controindicata. In generale, molti medici veterinari non amano questo tipo di dieta per i rischi sanitari che potrebbe comportare la manipolazione e il consumo di alimenti crudi. Un accorgimento importante è quello di evitare questo tipo di dieta nel caso in cui siano presenti nel nucleo familiare soggetti sensibili come bambini piccoli, anziani, donne incinte o persone immunocompromesse”.

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